Un’azienda israeliana porta l’acqua potabile a Gaza
La striscia di Gaza, quel piccolo territorio lungo la costa del mediterraneo che confina con Israele e l’Egitto, sta affrontando da molti anni il problema della siccità e della carenza di acqua potabile. È assurdo pensare che nel 2021 ci siano ancora queste difficoltà, eppure la mancanza di precipitazioni abbondanti e la scarsità di infrastrutture adeguate hanno peggiorato l’incubo della crisi idrica che ormai due milioni di persone sono costrette a vivere ogni giorno.
Secondo quanto riportato da diverse ricerche e studi effettuati, soltanto il 3% dell’acqua della Striscia di Gaza è in grado di soddisfare gli standard stabiliti a livello internazionale e questo ha portato ad un significativo aumento di problemi di salute nella popolazione di Gaza. Anche per questo motivo, l’Unione Europea sta collaborando e sta sostenendo un progetto per desalinizzare l’acqua di mare.
Ecco però una notizia più che positiva. Un’azienda israeliana fondata nel 2009, la Watergen, ha realizzato un impianto a basso consumo energetico per produrre acqua potabile. Il team di biologi, ingegneri, fisici e chimici ha lavorato per progettare qualcosa che fosse in grado di ricavare acqua pulita dall’aria, attraverso un processo biochimico, eliminando così anche l’uso dell’acqua in bottiglia.
L’innovativo e all’avanguardia prodotto Watergen sfrutta la risorsa illimitata dell’aria catturandone l’umidità e trasformandola poi in acqua pulita, il dispositivo può produrre dai cinque mila ai sei mila litri di acqua al giorno (la quantità dipende, ovviamente, dal tasso di umidità presente nell’aria). Attualmente, l’azienda israeliana ha donato alla Striscia di Gaza due di questi macchinari, ognuno ha il costo di circa 50 mila euro.
Il funzionamento dell’erogatore di acqua prevede diversi passaggi. Il ventilatore incorporato preleva l’aria dall’atmosfera, dopodiché alcuni filtri interni rimuovono sia le particelle di sporcizia sia la polvere permettendo così di far entrare nel dispositivo soltanto aria pulita. A questo punto, l’aria passa attraverso lo scambiatore di calore che da vita alla condensazione dell’acqua. In questo modo, l’acqua passa poi attraverso la mineralizzazione e la purificazione dei sistemi di filtrazione alimentare e qui una lampada UV decompone le sostanze chimiche nocive e distrugge i microrganismi. Inoltre, il macchinario è provvisto di un serbatoio per immagazzinare l’acqua che è mantenuta pulita e fresca grazie alla lampada UV. Al termine del processo, l’acqua potabile e di qualità sgorga dal rubinetto ed è pronta da bere.
La strada è ancora lunga, ma oggi gli abitanti di Gaza possono sperare in un futuro migliore in cui bere acqua potabile non sarà più il principale problema quotidiano.
“Il nostro primo obiettivo è che tutti sulla Terra possano usufruire di quest’acqua potabile. Ma naturalmente, quando questa situazione accade vicino a te, la senti ed è più visibile. È stato subito chiaro che dovevamo aiutare prima i nostri vicini e poi diffonderla nel mondo”, ha commentato così il fondatore e l’attuale CEO di Watergen, Michael Mirilashvili.