Anche i robot possono fare musica

L’intelligenza artificiale è una tecnologia informatica che negli ultimi decenni sta trasformando il modo in cui l’uomo interagisce con la macchina, ma anche il modo in cui le macchine stesse interagiscono tra loro. Grazie all’intelligenza artificiale, un robot è in grado di eseguire operazioni e ragionamenti anche complessi, che prima soltanto l’uomo era in grado di compiere. Si tratta un campo in continua evoluzione, che ci offre risultati sorprendenti e soluzioni completamente fuori dal comune. Dopo il software capace di inventare storie sulla base di due sole parole che fungono da input, ecco il robot che compone musica. La musica prodotta dai robot ritmata e un po’ robotica, ancora molto lontana da ciò che è in grado di realizzare la creatività umana, tuttavia resta sbalorditivo il fatto che un semplice robot sia in grado di scrivere canzoni.

Negli ultimi anni abbiamo visto la nascita di diverse applicazioni, come le popolari Boomy e Voisey, grazie alle quali gli utenti divengono compositori musicali, che permettono ai propri utenti di sentirsi dei novelli compositori musicali: bastano pochi clic e qualche secondo di attesa per comporre motivetti orecchiabili, di cui è possibile modificare il tempo e aggiungere eco o cori, nonché eliminare o aggiungere altri strumenti musicali. L’app Boomy ha permesso di produrre oltre cinque milioni di canzoni, che corrispondono al 5% della musica composta nel mondo (secondo Boomy stessa). Il CEO di Boomy, Alex Mitchell, ha infatti affermato che “L’85% dei nostri utenti non aveva mai composto musica prima, ora c’è chi guadagna anche 100 o 200 dollari al mese grazie alle royalties”. È incredibile pensare che persone non esperte del campo siano in grado di comporre musica e guadagnare grazie ai propri brani, per merito di una semplice app. Certo, bisogna raggiungere un gran numero di ascolti per poter guadagnare piccole cifre, ma per molti utenti sembra che questo non sia un obiettivo difficile da raggiungere. 

Applicazioni di questo tipo non sono, però, una piena novità. Già negli anni Ottanta del Novecento, il compositore di musica classica David Cope aveva sviluppato un software in grado di comporre brani musicali sullo stile del musicista Johann Sebastian Bach. In pochi minuti, il software era riuscito a comporre ben 5000 brani, pubblicati in un album dal titolo “Bach by Design”. Tre anni fa, la compositrice musicale Holly Herndon aveva prodotto un album musicale servendosi di Spawn, un altro sistema di intelligenza artificiale.

Apple ha ben inteso l’importanza di applicazioni in grado di comporre o far comporre brani musicali, e per questo ha acquisito Ai Music, una start-up britannica che genera liste di canzoni personalizzate servendosi dell’intelligenza artificiale. L’accordo è ancora in fase di ultimazione, ma è probabile che Apple abbia intenzione di integrare nuove funzionalità ad Ai Music, come Musica e Fitness+, grazie alle quali è possibile creare liste basate sui gusti e le attività degli utenti. Infatti, l’applicazione principale di Ai Music è “Infinite Music Engine”, che consente di generare audio adatti a esperti di marketing, agenzie creative, editori e così via, sfruttando un apposito algoritmo. Si tratta dunque di una tecnologia capace non solo di soddisfare le esigenze dei propri utenti, ma addirittura di “anticiparle”.

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