A2A: l’intervista a Carlotta Ventura sulla Corporate Sustainability Reporting Directive
Entrata in vigore il 5 gennaio, la Corporate Sustainability Reporting Directive è la recente Direttiva UE introdotta in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità. Uno strumento che estende gli obblighi di rendicontazione a tutti i soggetti quotati, segnalando così l’importanza di “rendere affidabile e controllabile il grande lavoro che si sta portando avanti”. Con queste parole Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability and Regional Affairs di A2A, ha espresso soddisfazione per quanto di nuovo giungerà grazie alla Direttiva. Come evidenziato, la trasformazione riguarderà oltre 48.000 società ‘in scope’ in Europa, a fronte delle circa 11.000 attuali, con una crescita riscontrabile anche in Italia, dove si passerà da 200 a circa 4.000 società coinvolte.
“Questa Direttiva dimostra la necessità di rendicontare in modo esteso sulle tematiche ESG per rendere affidabile e controllabile il grande lavoro che si sta portando avanti”, ha dichiarato Carlotta Ventura: “La conseguenza è che si combatte il greenwashing; una pratica rischiosissima, fomentata paradossalmente dalla corsa a voler comunicare la sostenibilità”. La novità di interesse è nel “perimetro di controllo che le imprese dovranno evidenziare nelle loro strategie di sostenibilità e nello standard di rendicontazione che dovrà essere adottato”, ha aggiunto la manager.
Il fulcro della Direttiva è costituito dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), nuovi target obbligatori per le società ‘in scope’: l’obiettivo è porre l’accento su aree quali “la governance, i rischi, le opportunità, le misure di mitigazione, gli obiettivi prospettici e anche gli elementi strategici sulle tematiche di sostenibilità e le loro connessioni con il modello di business aziendale”, così Carlotta Ventura nell’intervista.
Come in tutte le fasi di transizione, opportunità e criticità viaggiano di pari passo anche in questo caso: tra gli aspetti da tenere a mente, ad esempio, la necessità di rendicontare informazioni sulla catena di fornitura, elemento non obbligatorio in precedenza. Per la manager di A2A è questo un punto su cui fare attenzione considerando in particolare le “catene del valore sbilanciate verso Paesi non normati su tematiche ESG e su cui le società europee oggi faticano a reperire informazioni”. Inoltre, con la nuova Direttiva ci si sposta verso “un’attività di rendicontazione necessaria perché richiesta dalla legge, divenendo quindi una componente irrinunciabile per la struttura legale dell’azienda”: in questo modo si agisce anche a livello culturale, con la consapevolezza di “contribuire a moltiplicare la visibilità di una cultura sana”.