Alessandro Benetton: per cambiare le cose bisogna passare dall’osservazione all’azione

Non cambia mai niente: è una frase che mi capita spesso di sentire, e alla quale risponderei sempre nello stesso modo”.

Esordisce così Alessandro Benetton nel nuovo video della sua rubrica social “#UnCaffèConAlessandro”, pensata per discutere di attualità con i followers, per raccontarsi e per lanciare delle riflessioni. L’imprenditore sottolinea nell’episodio come, spesso e volentieri, la causa del non cambiamento sia la tendenza a non agire, a delegare agli altri le responsabilità: la risposta che dà a chi si lamenta infatti è che se nulla cambia, la colpa è anche nostra.

Non si tratta di una sensazione, di un’opinione personale, ma di scienza: nel 1968 infatti, due psicologi sociali (John Darley e Bibb Latané) provarono attraverso un esperimento l’esistenza del “Bystander effect” o “effetto dello spettatore”. I soggetti testati vennero messi da soli o in gruppo davanti a una situazione d’emergenza simulata, durante la quale sarebbe stato necessario prestare soccorso: la maggior parte di coloro che si trovavano da soli agirono prontamente, cercando il metodo migliore per intervenire. Tra coloro che invece erano in gruppo, soltanto una minima parte decise di intervenire in prima persona. L’esperimento provò che in una situazione di emergenza o di pericolo, le persone tendono a non agire delegando agli altri la responsabilità di farsi avanti.

Che ci piaccia o no, siamo sempre influenzati dal contesto”, ha commentato Alessandro Benetton. “In situazione di emergenza il primo istinto è lasciare che se ne preoccupi qualcun altro. Oggi però siamo costantemente in emergenza, pensiamo al cambiamento climatico. Mentre aspettiamo che qualcun altro intervenga, ci scontriamo con una triste realtà: non sta cambiando niente”. L’imprenditore, come è solito fare durante i suoi video, specifica che è inutile fasciarsi la testa: “Non è mia intenzione demoralizzare. Credo invece che ognuno di noi possa contribuire al cambiamento, ma dobbiamo passare dall’essere spettatori ad essere attori della trasformazione”.

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