Energia

Su “Formiche” l’editoriale di Valentina Colucci: colori e tecnologie dell’idrogeno

Negli ultimi anni il tema dell’utilizzo dell’idrogeno per fini energetici ha trovato sempre più spazio nelle agende globali: tra gli esperti di energia, le aziende, le istituzioni internazionali, comunitarie e nazionali è infatti acceso il dibattito su quali siano i sistemi più efficienti e già disponibili per produrre tale elemento. Dell’argomento si è occupata Valentina Colucci in un’editoriale pubblicato su “Formiche”: l’intervento approfondisce la possibilità di utilizzare l’idrogeno già prodotto attualmente, mentre si sta lavorando allo sviluppo di tecnologie più performanti. “Anche l’idrogeno è ricco di sfumature di colore”, sottolinea l’editoriale facendo riferimento alla nota trilogia rosa della scrittrice Erika Leonard, in arte E. L. James. Nello stesso modo, sono diverse le possibilità in campo quando si parla di idrogeno: “Nero, marrone, grigio, blu, verde”, in base alla tecnologia utilizzata.

Andando con ordine, Valentina Colucci Fabrizio ripercorre alcune recenti introduzioni a livello comunitario: “La Commissione Europea ha stabilito che cosa sia idrogeno verde, quello prodotto dal processo di elettrolisi di acqua ‘buona’, e quali siano le condizioni in base a cui l’idrogeno può essere considerato verde, chiarendo che gli elettrolizzatori per la sua produzione debbano essere collegati a produzione di ‘nuova’ energia elettrica da fonte rinnovabile”. Sempre in ambito europeo, il Piano REPowerEU ha stanziato 210 miliardi di euro nel periodo 2022-2027 per incentivare la catena del valore dell’idrogeno, a cui si aggiungono i prestiti previsti dallo Strumento di Ripresa e Resilienza (Rrf) e i progetti Ipcei Hy2Tech (5,4 miliardi di euro) e Ipcei Hy2Use (5,2 miliardi di euro). In Italia il PNRR ha stanziato 2 miliardi per il settore.

Valentina Colucci sottolinea inoltre che l’idrogeno “non è una fonte di energia ma un vettore”: da qui scaturiscono importanti considerazioni e anche un punto critico riguardante la produzione di tale elemento che, specifica, “sulla Terra non si trova in forma utilizzabile ma combinato ad altri composti come l’acqua, ma anche il petrolio e il gas”. L’idrogeno è infatti estratto dai composti in cui è presente attraverso sistemi che richiedono il consumo di altra energia.

Da considerare, inoltre, il consumo idrico nel processo di elettrolisi: occorrono 8 chili di acqua utilizzabile a uso irriguo se non potabile, a cui si aggiungono 53 kWhe di energia elettrica pulita. Ma l’abbattimento della CO2 e delle altre emissioni climalteranti “possono compensare l’impiego, qualcuno già sostiene lo spreco, dell’acqua, una commodity preziosa in un futuro già presente?”, invita a riflettere l’editoriale.

“Una risposta logica potrebbe discendere dalla presa in considerazione di una transizione verso l’idrogeno rinnovabile, utilizzando l’idrogeno prodotto attraverso altri processi che definiscono convenzionalmente le sfumature di colore di cui si parlava all’inizio di questo articolo”, questa la proposta di Valentina Colucci Fabrizio. Tralasciando “l’idrogeno nero prodotto da carbone, quello marrone da lignite e quello grigio derivante dallo steam reforming del metano”, è opportuno riflettere “sull’idrogeno blu prodotto da gassificazione con Ccus del metano, su quello turchese prodotto dalla pirolisi del metano e su quello giallo derivante dalla elettrolisi da energia elettrica di rete (non potendo aggiungere il tocco rosa dell’elettrolisi derivante da un’energia nucleare poiché non prodotta in Italia)”.

Evidenziando come “la molecola H2 non abbia passaporto che ne identifichi lo stato di provenienza”, Valentina Colucci conclude esortando a utilizzare “l’idrogeno già prodotto con processi controllati o non impattanti nell’attesa di affinare le tecnologie di produzione dell’idrogeno rinnovabile (magari producendolo solo quando l’energia rinnovabile è in eccesso rispetto all’assorbimento della rete e non sia ‘altrimenti’ stoccabile) oppure quando i sistemi saranno in grado di lavorare senza eccessivi costi ulteriori acqua salata o quella reflua”.

Per leggere l’editoriale completo:

https://formiche.net/2023/05/idrogeno-energia-tecnologia/

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