Susanna Esposito: il ruolo del digitale per il futuro della sanità e della ricerca clinica
La sanità deve essere pronta a fare i conti con il processo di transizione digitale, per evitare di rimanere un passo indietro rispetto ad altri attori. L’argomento della digitalizzazione nel settore della sanità è stato affrontato dal libro “La potenza del digitale in sanità”, curato dalla community delle Donne Protagoniste in Sanità. La sua presentazione si è tenuta a Roma, nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Per l’occasione, è intervenuta anche Susanna Esposito, Professoressa Ordinaria di Pediatria all’Università di Parma, Direttrice della Clinica Pediatrica all’Ospedale Pietro Barilla dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e Direttrice della Scuola di Specializzazione in Pediatria presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Il libro, coordinato da Monica Calamai, vuole focalizzarsi su un’analisi sull’esperienza del paziente: la potenzialità delle tecnologie digitali potrebbe migliorare le diagnosi, i trattamenti e il monitoraggio. Al suo interno sono menzionati anche strumenti già in uso, come la cartella clinica elettronica, insieme alle potenzialità dell’IA e del cloud computing.
L’intervento di Susanna Esposito si è focalizzato sull’esposizione del capitolo “Digitale e ricerca clinica e organizzativa”. “Nel 50% degli studi clinici sono usate le nuove tecnologie”, ha affermato la professoressa. Sono sempre più numerose le iniziative di formazione, tra cui “il Master di II livello, di cui sono Presidente, in Intelligenza Artificiale e Telemedicina (ARTE) dell’Università di Parma, giunto alla IV edizione, e il progetto che coinvolge i pazienti della Federazione italiana sclerosi multipla”. Nonostante in Italia ci siano ancora ostacoli nei confronti delle nuove tecnologie, come la sicurezza dei dati, il digital divide o l’uso appropriato dell’IA, Susanna Esposito ha illustrato alcuni esempi virtuosi in cui è stata applicata la telemedicina. Nell’ambito oncologico, ci sono stati tentativi di integrare le piattaforme digitali alle case di comunità e agli infermieri di famiglia: l’obiettivo era quello di garantire ai pazienti gli stessi trattamenti assicurati in ospedale. Invece, nel caso della cardiologia, la tecnologia è stata applicata ai pazienti caregiver, nella casa di cura Villarosa, in Trentino Alto Adige.
Per maggiori informazioni: